Welfare

Haiti: Trionfano l’insicurezza e la miseria nel dopo-Aristide

Il Sudafrica pronta ad accogliere l’ex presidente haitiano Jean-Bertrand Aristide. Intanto, ad Haiti miseria e insicurezza la fanno sempre più da padrone

di Joshua Massarenti

Il governo sudafricano si è detto pronto ad accogliere in Sudafrica l?ex presidente di Haiti Jean-Bertrand Aristide. L?annuncio è stato reso noto stamane sulla radio pubblica SAFM. La decisione è stata presa in seguito alle discussioni intraprese dal Sudafrica con la Francia e gli Stati Uniti. Tuttavia, il ministro alla presidenza Essop Pahad ha fatto sapere che lo Stato sudafricano ?accoglierà Aristide solo temporaneamente?. L?esilio rocambolesco di Aristide sembra quindi destinato a prolungarsi dopo che la Repubblica centrafricana e successivamente la Jamaica avevano acettato di accogliere l?ingombrante ospite. Il 29 febbraio scorso, Aristide fu costretto a lasciare il potere ed Haiti in seguito all?insurrezione armata condotta da un fronte eteroclite composto da militari smobilitati ed ex partigiani delusi. Ma dall?estero assicurano fonti governative haitiane, l?ex presidente continua ad influire sulla politica interna di Haiti. Il ?suo? partito Fanmi Lavalas (?Famille d?Avalanche?) ha di recente rifiutato di nominare un rappresentante al consiglio incaricato di organizzare le prossime elezioni chiamate ad investire un nuovo presidente della Repubblica il 7 febbraio 2006. Il Primo ministro Gérard Latortue, protagonista di un serie di visite diplomatiche compiute in Francia, Belgio e Stati Uniti, rimane convinto che dietro questo rifiuto vi sia la mano di Aristide. L?ex presidente può inoltre contare sull?appoggio di una parte del Black caucus, il gruppo parlamentare democratico dei neri americani, pronto a rilanciare la tesi del colpo di stato orchestrato dall?amministrazione Bush contro Aristide. Di sicuro, le speculazioni sulle mosse dell?ex presidente non facilitano il processo di transizione politica intrapreso due mesi dal nuovo regime haitiano e già soggetto a numerose critiche da parte della popolazione civile di Haiti. Sul fronte sicurezza, né le ex milizie di Aristide, né i ribelli del Fronte del Nord hanno deposto le armi. Di certo, non si combatte più nelle strade della capitale, ma la deliquenza e gli attacchi a mano armata stanno dilagando a macchia d?olio in tutto il territorio. Al quotidiano francese Le monde, un ambasciatore europeo confidava che ?le chimere, in mancanza di supporto finanziario, si sono apertamente riconvertite nella criminalità?. Intanto, nonostante la rivalorizzazione della moneta locale nei confronti del dollare, i prezzi delle derrate alimentari di prima necessità crescono in maniera drammatica. Da parte sua Latortue si difende invocando le debolezze dello Stato e l?insufficienza degli aiuti internazionali. Il mandato dei 3500 soldati americani, francesi, canadesi e cileni scade a fine maggio. ?Spero che, dal 1 giugno, le truppe delle Nazioni Unite si dimostreranno più attive per aiutarci a disarmare [le chimere ed gli ex ribelli, ndrl]? ha dichiarato su Le monde un Latortue preoccupato dal riserbo mantenuto dal Palazzo di vetro sul numero di soldati ? ne sono previsti 8 322 – che faranno parte del futuro contigente delle Nazioni Unite chiamato ad accompagnare il processo di transizione politica di Haiti.


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